spettacolo-come-stanno-le-cose

13 gennaio

Venerdì 13 ore 21

di e con
Piergiorgio Odifreddi


e con
Irene Ivaldi – letture
e Lamberto Curtoni – violoncello


produzione
Promo music

biglietto veloce

Dopo la prestigiosa carriera accademica (tra Usa e Torino), i successi editoriali, le importanti ricerche scientifiche nel campo della logica, il matematico “impertinente” Piergiorgio Odifreddi si confronta con la sce­na e con la poesia, in una conferenza-spettacolo sorprendente sul ca­polavoro di Lucrezio, il De rerum natura, un inno alla ragione e alla libertà (si apre con un’invocazione a Venere, hominum divomque voluptas, ri­volgendosi agli uomini disposti ad ascoltare con mente aperta) rivelando come “le parole di un letterato classico e i pensieri degli scienziati con­temporanei convergano nell’offrire una grandiosa visione del mondo”.

«Il matematico, logico e saggista italiano Piergiorgio Odifreddi con l’i­ronia che lo contraddistingue, accompagna lo spettatore alla scoperta dello straordinario ingegno di un uomo quasi leggendario, che con la sua opera “De rerum natura”, ha ispirato intellettuali, scienziati e artisti di ogni epoca come Virgilio, Ovidio, Cicerone, Dante, Botticelli, Diderot, Lavoisier, Darwin, Leopardi, fino a Calvino.

Scritto nel I secolo a.C., perduto e poi ritrovato in un monastero a nord della Germania da Poggio Bracciolini nel 1419, “De rerum natura” è un inestimabile, sorprendente e quasi inconsapevole testo scientifico, in cui Lucrezio anticipa molte verità che verranno teorizzate e riconosciute solo nel XX secolo […] al di là delle grandi intuizioni sulla teoria atomica, sui caratteri ereditari recessivi, sui buchi neri, sul cinema o sulle modalità di contagio di alcune pericolose malattie, ciò che traspare è il carattere di questo misterioso letterato, sulla cui identità ancora oggi non si ha certezza.
Deista, anticlericale, epicureo, materialista al limite del cinismo, Lucrezio scrive con la veemenza di chi cerca una ragione alla sua stessa vita, osservando con indomabile curiosità tutte quelle cause generate dall’in­controllabile forza che egli stesso battezza con il nome di Natura. Una personalità tenace, così vicina al reale da non tollerare la paura comune dello scorrere del tempo o le perplessità di ciò che ci aspetta dopo la morte; Lucrezio vive nel suo presente con la ferrea convinzione che la vita sia solo una e che valga la pena di dedicarla alla conoscenza.
In Come stanno le cose. Il mio Lucrezio, la mia Venere Piergiorgio Odi­freddi […] coinvolge una sala gremita in riflessioni apparentemente lon­tane ma, in verità, estremamente contemporanee con lo stile chiaro, avvincente ed esaustivo, tipico di un grande intellettuale.
La lezione spettacolo è suddivisa in tre “atti”, ognuno anticipato da brani tratti da “De rerum natura”, interpretati con passionale trasporto da Ire­ne Ivaldi e accompagnati dalle note del violoncello di Lamberto Curtoni, che sembra seguire il respiro di una brezza primaverile, prima dolce e piacevole, poi impetuosa profezia di tempesta, brillante e oscura come la mente del sagace poeta».

(Giada Marcon – Recensito.it)