Dal 15 al 18 dicembre
Venerdì 16 ore 21
Sabato 17 ore 21
Domenica 18 ore 16
scritto da
Lella Costa e Marco
Baliani
collaborazione alla drammaturgia di
Ilenia Carrone
con
Marco Baliani e
Lella Costa
e con
David Marzi
Noemi Medas
Elisa Pistis
Luigi Pusceddu
scene e costumi di
Antonio Marras
musiche originali di
Paolo Fresu con
Gianluca Petrella
regia di
Marco Baliani
produzione
Mismaonda e
Sardegna Teatro
in collaborazione con
Marche Teatro
Il nuovo attesissimo spettacolo di due grandi protagonisti della scena contemporanea, Lella Costa e Marco Baliani (con musiche originali della star del jazz Paolo Fresu e scene e costumi firmati da Antonio Marras) insieme per indagare l’“odissea ribaltata” dei migranti e il significato profondo di “umanità”, senza rinunciare all’ironia.
«D’armi io canto e dell’eroe che, primo, dalle coste di Troia venne all’Italia, profugo per suo destino». La prima ispirazione è stata
l’Eneide, il poema di Virgilio che celebra la nascita dell’impero romano da un popolo di profughi. […] Poi un altro mito: Ero e Leandro, i due amanti che vivevano sulle rive opposte dell’Ellesponto.[…]
Il titolo lo abbiamo trovato, la parola Human sbarrata da una linea nera che l’attraversa, come a significare la presenza dell’umano e al tempo stesso la sua possibile negazione. […]
Umani sono i sentimenti, le emozioni, le idee, le relazioni, i diritti. Li abbiamo sognati eterni e universali: dobbiamo prendere atto – con smarrimento – che non lo sono.
Con la nostra ricerca teatrale vorremmo insinuarci in quella soglia in cui l’essere umano perde la sua connotazione universale […] E per riuscirci andremo a indagare teatralmente […] la soglia fatidica che separa l’umano dal disumano […]
Senza rinunciare all’ironia, e perfino all’umorismo: perché forse solo il teatro sa toccare nodi conflittuali terribili con la leggerezza del sorriso, la visionarietà delle immagini, la forza della poesia».
(Marco Baliani e Lella Costa)
«Lo spettacolo è costruito sul tema dello sguardo verso l’Altro […] L’incontro con l’Altro ha a che fare con lo sguardo […] a seconda di come si guarda […] si possono generare dialoghi e confronti […]. C’è un’altra possibilità di incontrare l’Altro, erigere muri, quello che sta accadendo in questa Europa impaurita. In questo caso lo sguardo si richiude in se stesso, si fa buio.
Ma in teatro questo non può mai avvenire. È la sua fortuna e il suo destino, essere sempre di fronte, faccia a faccia. Rischiare sempre lo sguardo altrui. Il buio in teatro è solo un modo per riposare gli sguardi e attendere, se meritato, l’applauso».
(Marco Baliani e Lella Costa – Note di regia)