L’intera tournée nazionale dello spettacolo Favola del principe che non sapeva amare con la regia di Marco Baliani e con protagonista Stefano Accorsi, è stata annullata.

Al posto di Favola del principe che non sapeva amare, negli stessi giorni 15, 16, 17, 18 febbraio 2018 al Teatro Manzoni di Monza STEFANO ACCORSI sarà comunque in scena con il suo acclamato spettacolo Decamerone. Vizi, virtù, passioni da Boccaccio sempre con la regia di Marco Baliani, con protagonista Stefano Accorsi e con la stessa compagnia di attori di Favola del principe….

Restano validi per Decamerone i tagliandi di abbonamento e i biglietti venduti in prevendita per Favola del principe.

I biglietti acquistati da ora  alla data dello spettacolo riporteranno comunque il titolo Favola del principe.
Per informazioni: info@teatromanzonimonza.it Tel.: 039.386500

teatro-decamerone

Dal 15 al 18 febbraio

Giovedì 15 alle ore 21
Venerdì 16 alle ore 21
Sabato 17 alle ore 21
Domenica 18 alle ore 16

liberamente tratto da
Decamerone di
Giovanni Boccaccio


con
Stefano Accorsi


e con
Silvia Ajelli

Salvatore Arena
Silvia Briozzo
Fonte Fantasia

Mariano Nieddu


adattamento teatrale e regia

Marco Baliani


drammaturgia

Maria Maglietta


scene e costumi

Carlo Sala


disegno luci

Luca Barbati


assistente scene e
costumi
Roberta Monopoli


aiuto alla regia

Maria Maglietta


Produzione

Nuovo Teatro diretta
da Marco Balsamo


 

Interpretazione impeccabile di Stefano Accorsi che conferma la sua potenza vocale ed espressiva…
(Avvenire)

Sulla scena è parcheggiato un carro-furgone, “casa” e teatro viaggiante della compagnia che si appresta a mettere in scena l’opera. La modularità del carro, favorirà la messa in scena di sette novelle del Decamerone, permettendo di volta in volta la creazione degli spazi e delle suggestioni necessarie alle storie che si vanno a narrare.

 

NOTE DI REGIA
Le storie servono a rendere il mondo meno terribile, a immaginare altre vite, diverse da quella che si sta faticosamente vivendo.
Le storie servono ad allontanare, per un poco di tempo, l’alito della morte.
Finché si racconta, e c’è una voce che narra siamo ancora vivi, lui o lei che racconta e noi che ascoltiamo.
Per questo nel Decamerone ci si sposta da Firenze verso la collina e lì si principia a raccontare. La città è appestata, servono storie che facciano dimenticare, storie di amori, erotici, furiosi, storie grottesche, paurose, purché siano storie, e raccontate bene, perché la morte là fuori si avvicina con denti affilati e agogna la preda.
Abbiamo scelto di raccontare alcune novelle del Decamerone di Boccaccio perché oggi ad essere appestato è il nostro vivere civile.
Percepiamo i miasmi mortiferi, le corruzioni, gli inquinamenti, le mafie, l’impudicizia e l’impudenza dei potenti, la menzogna, lo sfruttamento dei più deboli, il malaffare.
In questa progressiva perdita di un civile sentire, ci è sembrato importante far risuonare la voce del Boccaccio attraverso le nostre voci di teatranti.
Per ricordare che possediamo tesori linguistici pari ai nostri tesori paesaggistici e naturali, un’altra Italia, che non compare nei bollettini della disfatta giornaliera con la quale la peste ci avvilisce.
Per raccontarci storie che ci rendano più aperti alla possibilità di altre esistenze, fuori da questo reality in cui ci ritroviamo a recitare come partecipanti di un globale Grande Fratello.
Perché anche se le storie sembrano buffe, quegli amorazzi triviali, quelle strafottenti invenzioni che muovono al riso e allo sberleffo, mostrano poi, sotto sotto, il mistero della vita stessa o quell’amarezza lucida che risveglia di colpo la coscienza. Potremmo così scoprire che il re è nudo, e che per liberarci dall’appestamento, dobbiamo partire dalle nostre fragilità e debolezze, riconoscerle e riderci sopra, magari digrignando i denti.
Marco Baliani