Venerdì 10 febbraio 2023

ore 21.00

Stefano Massini in

Quando sarò capace di amare

Massini racconta a Gaber

con

Stefano Massini


con

Orchestra Multietnica di Arezzo


Canzoni di

Giorgio Gaber e Sandro Luporini arrangiate da Enrico Fink


in scena con

Stefano Massini una selezione di musicisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo


Produzione

Sava Produzione Creative Officine della Cultura


Con il patrocinio della

Fondazione Giorgio Gaber


Violini: Mariel Tahiraj e Camillo Biagioli

Violoncello: Mariaclara Verdelli

Fisarmonica e clarinetti: Gianni Micheli Trombone: Saverio Zacchei

Chitarra bouzouki: Massimo Ferri

Basso: Luca Roccia Baldini

Hammer dulcimer e percussioni: Massimiliano Dragoni

Un corto circuito spiazzante: Stefano Massini in questo spettacolo non si propone di raccontare Gaber, bensì racconta a Gaber. Ma racconta cosa? Semplicemente storie, personaggi, vicende realmente accadute, incontri e memorie che lo scrittore non avrebbe mai intercettato, se non fossero state attratte dalla calamita delle canzoni del signor G. Perché aveva ragione Borges: ogni verso evoca altri versi, ogni creazione semina altri raccolti, ogni opera muta forma in un’ennesima opera. Cosa accade allora se un narratore come Massini si lascia ispirare dai brani di Giorgio Gaber? Cosa prende forma sul palcoscenico se i racconti del “più popolare cantastorie del momento” (Repubblica) sbocciano dentro le canzoni della premiata ditta Gaber-Luporini? In un cantiere poetico contagioso e intrigante, il palcoscenico si popola di personaggi fra i più diversi e inattesi. Sono geografie del nostro essere, sono cartografie dell’esistenza, sono rotte nell’oceano di un mondo sbandato, sono danze di fuochi per illuminare la notte del nostro vagare, scoprendo che tutti in fondo attendiamo solo il momento in cui saremo, finalmente, capaci di amare. Da “I mostri che abbiamo dentro” a “La parola io”, da “Non insegnate ai bambini” a “Se io sapessi” e molti altri brani, Massini sceglie di coinvolgere il pubblico in un viaggio di echi e rimandi, in un unico grande omaggio a Gaber. Se poi in scena aggiungi i suoni e i colori di un’orchestra di musicisti da ogni parte del mondo, riuniti sotto il marchio ormai noto dell’OMA di Arezzo, ecco spiegata l’attesa per questo incontro così voluto e cercato dalla Fondazione Giorgio Gaber.