spettacolo-CARAVAGGIO

3 marzo

Venerdì 3 ore 21

di e con
Vittorio Sgarbi


musiche originali dal vivo di
Valentino Corvino


regia e luci di
Angelo Generali


visual artist
Tommaso Arosio


produzione
Promo music

biglietto veloce

In omaggio a Monza e alla sua attenzione per Caravaggio (a cui per due anni di seguito ha dedicato bellissime mostre alla Villa Reale), Vittorio Sgarbi ci condurrà attraverso la vita e la pittura rivoluzionaria di Michelan­gelo Merisi detto il Caravaggio, in un colto e appassionato spettacolo-con­ferenza arricchito dalla musica eseguita dal vivo e dalle immagini delle opere più rappresentative del pittore lombardo curate da un visual artist.
«Caravaggio è doppiamente contemporaneo. È contemporaneo perché c’è, perché viviamo contemporaneamente alle sue opere che continuano a vivere; ed è contemporaneo perché la sensibilità del nostro tempo gli ha restituito tutti i significati e l’importanza della sua opera. Non sono stati il Settecento o l’Ottocento a capire Caravaggio, ma il nostro Novecento. Ogni secolo sceglie i propri artisti. E questo garantisce un’attualizzazione, un’interpretazione di artisti che non sono più del Quattrocento, del Cin­quecento e del Seicento ma appartengono al tempo che li capisce, che li interpreta, che li sente contemporanei. Tra questi, nessuno è più vicino a noi, alle nostre paure, ai nostri stupori, alle nostre emozioni, di quanto non sia Caravaggio.
Fino a Caravaggio la vita di artisti anche immensi come Leonardo o Miche­langelo è inferiore all’opera. Con lui la vita diventa arte. Come in Pasolini, che infatti cito a inizio spettacolo. In entrambi l’esistenza passa per un abisso che non santifica. Non è una forzatura. I volti di Caravaggio sono i ragazzi di vita di Pasolini. Il fanciullo con il canestro di frutta è Ninetto Davoli, quello di Amor omnia vincit è identico a Pelosi. Pasolini è la figura attraverso cui il Novecento diventa il secolo che può capire davvero Ca­ravaggio.
Caravaggio non sublima, non innalza, in lui non c’è nessun Dio che gal­leggia in alto. Al contrario vive e dipinge sulla terra, fa entrare nell’arte i truffatori, i malati, i peccatori che non hanno la certezza di un aiuto divino. È il pittore della realtà. La fotografa, nel senso che coglie l’attimo decisivo, per dirla con Bergson».

 

(Vittorio Sgarbi)

 

«Vittorio Sgarbi, un cicerone piacevolissimo che accompagna lo spettatore in un itinerario poco scolastico, mai pedante. […]La lingua affilata serve lo scopo più alto di un’ironia tagliente che ha dei tempi comici sorprendenti.
La magia delle musiche composte ed eseguite da Valentino Corvino, ispi­ratosi a quegli strumenti e a quegli spartiti che abbiamo visto spesso nelle opere di Caravaggio, lega la storia dell’arte a moti profondi dell’anima che, inaspettatamente, si avvicina passo dopo passo a quella caravaggesca. Mai artista sembrò più vicino pur essendo, in quel momento, solo una pro­iezione su un pannello. Sgarbi mostra una capacità davvero straordinaria nel catalizzare mente e cuore del suo pubblico verso un gesto, una luce, un colore, che dopo 400 anni sono ancora e sempre più vita vera».

 

(Lou Andrea Dell’Utri Vizzini – Saltinaria.it)