Giovedì 7 marzo 2024

ore 21.00

César Brie in

Re Lear è morto a Mosca

In co-produzione con

Campo Teatrale

Isola del Teatro


Regia

César Brie


Drammaturgia

César Brie Leonardo Ceccanti con la collaborazione degli attori che hanno proposto scene, testi, danze e immagini


Attori creatori

Altea Bonatesta

César Brie

Alessandro Treccani

Leonardo Ceccanti

Eugeniu Cornitel

Davide De Togni

Anna Vittoria Ferri

Tommaso Pioli

Annalesi Secco


Maestra di danze e lavoro corporale

Vera Dalla Pasqua


Consulenza storica

Antonio Attisani


Scenografia e costumi

Matteo Corsi

L’ensemble


Luci

César Brie e la compagnia


Musiche tradizionali yiddish

Pablo Brie

Questo lavoro racconta la storia

di Solomon Michoels e Veniamin Zuskin,

due attori e registi ebrei russi assassinati da Stalin

Uno dei più grandi teatri del Novecento, il Teatro Ebraico di Mosca (Goset), è quasi sconosciuto al mondo intero. Il suo fondatore, il regista Aleksandr Granovskij, e Marc Chagall, il pittore e scenografo che gli ha dato un’impronta decisiva, si sono salvati rifugiandosi in Francia, mentre i due straordinari attori-autori protagonisti di tutte le creazioni del Goset dai primi anni Venti sono stati assassinati: Solomon Michoels per ordine diretto di Stalin e Veniamin Zuskin dalla polizia politica.

Re Lear è morto a Mosca è uno spettacolo che ripercorre la loro carriera a partire dall’ipocrita funerale di Stato accordato a Michoels, un Miserere durante il quale l’incontro con Zuskin rievoca l’inizio della loro collaborazione, per finire con un Gloria che li vede nei panni del Lear e del Fool, circondati da tutti gli attori del Goset. Lo spettacolo ha il suo filo rosso nell’allestimento del Re Lear, uno dei pochi testi di Shakespeare allora permessi dal regime staliniano. Durante il montaggio di questo straordinario spettacolo, i due, non di rado in disaccordo tra loro, affrontano tutti i temi che hanno costellato la vita del Goset, dai rapporti con il potere alla definizione di una nuova arte dell’attore, dall’ebraismo e la lingua yiddish all’assillante imperativo del “realismo socialista”, dai rapporti amorosi alla vita quotidiana delle famiglie, dal contrasto tra comunismo e fascismo al bisogno di creare spettacoli critici, divertenti e non censurabili.

Nel 1935, il sommo regista inglese Gordon Craig assistette al loro Re Lear in yiddish e ne rimase folgorato. Tornò a vederlo praticamente ogni sera della propria permanenza a Mosca e scrisse a Michoels lettere piene di ammirazione e commozione nelle quali dichiarava di essere stato spettatore del teatro che aveva sempre sognato di fare.