Dal 14 al 16 febbraio 2025

venerdì 14 e sabato 15 ore 21.00, domenica 16 ore 16.00

Neri Marcorè in

La Buona Novella

Di

Fabrizio De André


Con

Neri Marcorè


Drammaturgia e regia

Giorgio Gallione


Arrangiamenti e direzione musicale

Paolo Silvestri


E con

Rosanna Naddeo


Musiche

Fabrizio De André

Gian Piero Reverberi

Corrado Castellari


Voce e chitarra

Giua


Voce, chitarra e percussioni

Barbara Casini


Violino e voce

Anais Drago


Pianoforte

Francesco Negri


Voce e fisarmonica

Alessandra Abbondanza


Scene

Marcello Chiarenza


Costumi

Francesca Marsella


Luci

Aldo Mantovani


Produzione

Teatro Stabile di Bolzano

Teatro Carcano

Fondazione Teatro della Toscana

Marche Teatro

Teatro Nazionale di Genova

La Buona Novella è un’opera polifonica

che mediante metafora e allegoria

parla dell’arroganza del potere, il quale

mal digerisce gli uomini troppo liberi di pensiero,

 intralcio per l’esercizio del potere stesso,

sia esso famigliare, religioso o politico.

Neri Marcorè

Neri Marcorè si confronta con Fabrizio De André in uno spettacolo di teatro canzone che fa rivivere sul palcoscenico La buona novella, album pubblicato dall’autore nel 1969. Marcorè e il drammaturgo e regista Giorgio Gallione rinnovano un lungo sodalizio artistico nel nome del grande cantautore genovese portando in scena il suo primo concept album, costruito quasi nella forma di un’Opera da camera, composto per dar voce a molti personaggi.

«Questo spettacolo è pensato come una Sacra Rappresentazione contemporanea che intreccia le canzoni di De André con i brani narrativi tratti dai Vangeli apocrifi cui lo stesso autore si è ispirato. Prosa e musica sono montati in una partitura coerente al percorso tracciato dall’autore nel disco. I brani parlati sottolineano la forza evocativa e il valore delle canzoni originali, svelandone la fonte mitica e letteraria» scrive Gallione. Un’elaborazione che trasforma La buona novella in uno spettacolo originale, tale da venir considerato un ricco patrimonio che può comunque resistere, come ogni capolavoro, anche all’assenza dell’impareggiabile interpretazione del suo creatore.